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giovedì 2 febbraio 2012

Il Vaso di Pandora


Ormai erano le 5 del mattino… la stanza buia ed una tenue luce blu proiettata dal monitor del portatile facevano risaltare il fumo della sigaretta che saliva verso il soffitto creando simpatici giochi di curve. C'è solo silenzio a quell'ora… un silenzio che amplifica il ticchettio delle dita sulla tastiera del portatile. Lo sguardo imbambolato che guarda attentamente lo scorrere dello schermo nelle sue millemila pagine. E quell'atmosfera lo riporta subito alle "squallide" situazioni da intrusione che non avrebbe più voluto avvertire.
La tensione è alta… il respiro affannato e stanco... la testa martellante rimbomba degli echi provenienti dal testo... lo stupore di fronte a quanto sta accadendo… a quanto ha scoperto… rendono il tutto al tempo stesso triste ed eccitante. Sente bene lo smuoversi nel suo stomaco, quella sensazione che solo chi soffre di “somatismo” riesce a riconoscere.
A volte sentirsi morire dentro è un buon modo per sentirsi vivi.
Cosa è successo? Una banale operazione di routine su una macchina, su quella macchina che voleva sistemare pensando positivamente a qualcosa di buono, gli aveva vomitato addosso parole che lo colpivano come non succedeva da tempo. In un secondo i mille tasselli del puzzle che da tempo non riusciva a vedere composto si stavano riunendo a formare una immagine ben definita. Un'immagine con si sarebbe aspettato di trovare. Il suo tanto caro quinto senso e mezzo che da giorni lo stuzzicava e non gli permetteva di capire, si era in parte svelato. La punta di un iceberg, certamente non il tutto che avrebbe voluto più volte capire, ma un disegno iniziava comunque a delinearsi nella sua mente... e non solo.
Giusto, sbagliato, corretto, scorretto... e poi cosa? Il vedere quel nome che a parer suo non doveva esserci aveva stuzzicato la sua curiosità? L'evitare di raccontarsi lasciando tanti vuoti messi in risalto da frasi spezzate trovate qua e là? Due coincidenze fanno un indizio? E quando iniziano a diventare tre, quattro, cinque e poi dieci?
L'esperienza è quella che ci aiuta a percepire le situazioni a noi familiari. E per lui quelle situazioni non lo erano per nulla. Forse per questo aveva a lungo “lottato” cercando di sminuire quei segni... a lungo era rimasto a pensare all'incongruenza caratteriale che aveva potuto “studiare” nel tempo. Cosa? Chi? Perche? Dove sta il problema?
Ora iniziava forse a capire il perché di tutte quelle attenzioni verso fatti “inutili”, verso atteggiamenti che per la sua normalità erano... normali. Il bisogno di distanza da certi tristi luoghi che magari avevano segnato un passato.
Ci era già passato tempo prima. Socrate in questo era considerato un Maestro. Lui invece non ne voleva sapere di snocciolare ciliegina dopo ciliegina alla ricerca di una verità non rivelata, ma estorta. Gli era tornata alla mente la situazione al limite del noir fatta di tanti non detti, di tanti no diventati passo dopo passo dei si.
Lo sapeva bene che in queste situazioni, si parte col poco per arrivare al troppo... ed il troppo spesso stroppia.
Era ancora solo l'inizio, e la voglia di capire si faceva di momento in momento sempre più forte in lui. Capire... c'era solo da capire per avere un quadro d'insieme, il resto era già tutto nero su bianco.



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