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martedì 13 settembre 2011

Sono soltanto parole...


"Sono soltanto parole per me, che la distanza ora complica io vorrei tanto capirne di più, vorrei che non pensassi al male..."

E le parole sono tante... quelle dette, quelle non dette, quelle capite e quelle forse cadute nel vuoto.
Da tempo non scrivo... da tempo penso di dover scrivere... da tempo sento di voler scrivere.
Ho tanto dentro... ho tanta rabbia dentro... ho tanto che non riesco a capire... a gestire.
La moto come sempre mi aiuta a "fermarmi a riflettere"... e mentre guido ripenso ai fatti accaduti, a come li ho gestiti, a come li ho MALgestiti e poi, quando arriva il momento di passare i miei pensieri su carta, ecco che arriva il caos, la confusione... tutto mi si mischia e perdo il senso di quello che volevo dire.

In questi giorni ho ripreso in mano i miei diari, che mi han fatto capire che sbaglio a non continuare a scrivere le mie sensazioni, le mie emozioni, i miei turbamenti e le mie incazzature. In questo modo tutto si perderà nel tempo, rimanendo solo un lontano ricordo senza la sua reale spinta emotiva. Rileggendo il mio passato, mi sono tornate alla mente le "pugnalate" prese ed i miei momenti di chiusura... mentre di questo 2011 non posso fare altrettanto.
Sono giorni che volevo riprendere a scrivere almeno sul blog, ed oggi ho deciso che scriverò... almeno qualcosa devo lasciarmela come appunto.

In questi giorni mi sento spento, deluso, arrabbiato... in primis con me stesso. Devo smetterla di vedere ovunque "il mondo buono"... devo smetterla di essere "il puro della situazione". Quello che non vuole vedere la falsità e l'opportunismo dietro le parole della gente. Quello che crede che "se mi dici una cosa è quella, tanto che motivo avresti di mentire?" Io sono così, ma a quanto pare sono uno dei pochi pirla ancora in circolazione.
"Si vede che negli anni sei stato abituato bene" ... mi ripete una cara Amica... "è quasi come se avessi vissuto sotto una campana di vetro."
Io sono quello abituato a mantenere la parola data, a credere nelle regole e nella correttezza verso gli altri, cose a quanto pare ormai demodè.
Io sono quello che si fa in quattro se sa che tieni a qualcosa, anche se "non è la mia partita".
Io sono quello che "pensando di..." propone, si propone, offre e si offre... mi piace far star bene le persone che ho intorno.
...ma sono anche quello che poi si sente ferito quando vede che la cosa è data per scontata... quando sente che la propria sensibilità è considerata alla stregua di "è un tuo problema!". In fondo, quello strano sono io, vero?
Personalmente, viste le esperienze degli anni passati, mi son fatto l'idea che sono solo finito in un "mondo" sbagliato, che poco mi appartiene. Un "mondo" in cui l'educazione è sovrastata da spontaneismo ed egocentrismo.

Io sono quello che "naviga a vista", quello che non ha ancora capito che così non va, che io comunque alla fine probabilmente voglio altro, ma che altro così non lo potrò mai avere.
E capisco che devo ricominciare a lavorare su di me. Che da qualche mese mi sono adagiato un po' troppo, anche se comunque qualche passo sento di averlo fatto.

Ecco... ho vomitato un po' di cose che avevo dentro... non mi cambia niente alla fine, non mi sento più sollevato... è un po' come le notti che si passano a parlare e che poi due giorni dopo ti accorgi che tanto non hai concluso niente, e che tutto rimarrà come prima.
Ripensando ai vecchi post noto che lo spirito con cui scrivo è mutato nel tempo. Ora una idea di come sono ce l'ho... devo solo accettare e capire come integrarmi con l'"Io non sono come voi! (...e per fortuna, aggiungo!)" e soprattutto cercare la giusta "semenza" per coltivare un po' di giardino di pelo... sullo stomaco. ;-)

Tanti sorrisi a tutti!

1 commento:

  1. qualcuno ti ha messo un "non mi piace"... io non posso dire che non mi piace, sono le tue sensazioni. Ti lancio una provocazione, o frse più uno spunto di riflessione... prova a dare una definizione più precisa di questo mondo che senti che non ti appartiene... e una volte identificato, scappa da quel mondo che ti ha ammaliato pur standoti stretto... perché vivere una vita che non senti tua? perché uscire dal proprio corpo e permettergli di vivere come la tua anima non sente? perché o per chi? ne vale la pena? :)

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