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giovedì 29 luglio 2010

Chiacchierando con una sconosciuta


Era seduto nella sua bella e silenziosa smartina, lungo il viale che lo avrebbe riportato a casa da li a pochi minuti. Ripensava alla bella serata passata nella cascina di amici, dalle parti di Monza, a mangiare una pizza e scambiare quattro chiacchiere in compagnia. Ripensava alle volte in cui quella compagnia era stata condivisa, ed alle tante volte in cui aveva dato troppo per scontata la cosa.
Quella sera era comunque sereno. Il viaggio a volte, può essere un mezzo per vivere un percorso interiore, e quei trasferimenti da casa a casa, spesso venivano riempiti non dalla musica, ma dai pensieri, dall'elaborazione del proprio vissuto. Oggi avrebbe saputo apprezzare cose a cui ieri non aveva dato la giusta importanza, racchiuse com'erano nelle loro certezze.
Il semaforo segnava ancora il rosso, un rosso che sembrava infinito, e lui era completamente assorto nei proprio pensieri, quando ad un certo punto, un rumore sordo sulla macchina che stava guidando lo fece sobbalzare. In un primo momento non era riuscito a capire cosa fosse successo, cosa avesse causato quel rumore. Poi un battere al vetro del finestrino gli aveva fatto notare una cupa figura di donna che cercava la sua attenzione. In un attimo, il finestrino abbassato, si rese conto di avere davanti una anziana signora, appesantita dai chili di troppo e dagli anni vissuti, carica di borsone e spaurita dal buio ormai dilagante. Era quasi passata la mezzanotte. E da oltre mezz'ora era in attesa dell'Autobus che l'avrebbe dovuta riportare a casa... autobus che per la fretta del cambio turno o per la stanchezza del guidatore, non l'aveva notata seduta alla fermata, ed aveva tirato dritto.
E fu in quel momento, in cui le ansiose domande di informazioni su autobus, orari e sostitutiva uscivano a raffica dalla donna, che gli venne automatica la richiesta... se vuole la posso accompagnare io a casa.
Una gioia vedere lo stupore della anziana signora a questa proposta. Un po' spaventata, un po' desiderosa di tornare a casa il prima possibile, dopo un po' di titubanza decise di accettare l'offerta.
Destinazione conosciuta, in una via vissuta per lungo tempo, non avrebbe neanche dovuto allungare di tanto il tragitto del rientro, ed allo stesso tempo avrebbe fatto felice una persona sconosciuta. Che bello!!!
Il tragitto, quei dieci minuti di tragitto, gli furono più utili del tratto trascorso sino a quel momento.
In una frazione di secondo infatti si instaurò una bella conversazione, sulla società, sul passato, su quanto ormai non c'è più, o meglio, non si vede più, oscurato da un società troppo veloce per potersi soffermare ad apprezzare le bellezze semplici che l'Universo ci offre. Sui valori che ti fanno sentire vivo, che ti danno un motivo per dire “io sto bene così”, nonostante agli occhi altrui possano passare per debolezze o poca presenza di sé. Tante cose in così poco tempo, chiacchierando con una sconosciuta.
“La ringrazio, è stato il cielo ad averla mandata in mio aiuto.”
Una volta salutato e richiuso lo sportello si riaccese la sigaretta che per non dar fastidio aveva spento e contento e in pace con se stesso si diresse finalmente verso casa, conscio che non era stato un caso quell'incontro.

… cose d'altri tempi!!!

P.S.
Questo racconto non è, infondo, niente di che. Ma si tratta di un fatto realmente accadutomi sabato 24 luglio, che mi ha molto toccato, e che volevo condividere... ^__^

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